Lo Spettro Autistico rappresenta una condizione del neurosviluppo caratterizzata da un diverso funzionamento cerebrale. Questo implica una configurazione neurologica peculiare, probabilmente legata a differenze nella connettività tra le varie aree del cervello. Ciò significa che le connessioni all’interno del cervello autistico si sviluppano in modo diverso rispetto a quelle di un cervello definito tipico.
Una precisazione importante: i termini “tipico” e “atipico” si riferiscono esclusivamente a un dato statistico. La tipicità riguarda la maggioranza, mentre l’atipicità identifica una minoranza. Non si tratta di una questione di valore o giudizio, ma soltanto di frequenza all’interno della popolazione.
L’impatto dell’autismo nella vita quotidiana
Essere autistici comporta differenze che possono influenzare vari ambiti: le interazioni sociali, il modo di elaborare le informazioni, la percezione sensoriale e la tolleranza al sovraccarico. Influisce anche sulla comunicazione, sia verbale che non verbale, sugli interessi, spesso concentrati e coinvolgenti, e su alcuni comportamenti ripetitivi o stereotipati.
Unicità nel vivere l’autismo
Ogni persona all’interno dello Spettro Autistico presenta queste caratteristiche in modo unico, per intensità e combinazioni. Pertanto, ciascun individuo autistico è irripetibile nel suo modo di percepire il mondo, nel funzionamento cerebrale e nella tolleranza sensoriale. Ogni autistico è unico nella propria diversità.
L’autismo non è una patologia
L’autismo non deve essere considerato una malattia o una deviazione, ma una semplice diversità neurologica. La convinzione che l’autismo fosse una devianza nasce dalla sua rarità statistica rispetto alla maggioranza neurotipica. Sebbene gli autistici rappresentino ancora una minoranza, negli ultimi anni le diagnosi sono aumentate.
Essere autistici, non avere l’autismo
L’autismo non è qualcosa che si “ha”, ma una condizione che definisce profondamente chi si è. Con origini genetiche, lo Spettro Autistico permea ogni aspetto della persona e dura per tutta la vita. Si è autistici, non si “ha” l’autismo.
Non si misura l’autismo in gradi
Con l’introduzione del DSM-5 (2013) e DSM-5 TR (2022), sono state eliminate etichette come “Sindrome di Asperger” o “Autismo ad Alto/Basso Funzionamento”. Questo perché l’autismo non presenta gradazioni: non esiste essere “più o meno autistici”. Ogni persona manifesta i tratti autistici in modo unico, influenzato anche dal contesto ambientale. Il manuale propone invece i Tipi 1, 2 e 3 di autismo, che descrivono i diversi livelli di supporto necessari, senza classificare le capacità di funzionamento.
Il simbolo dell’autismo
Il simbolo adottato dalla comunità autistica per rappresentarsi è l’Infinito, con i colori dello spettro. Questa scelta celebra la diversità infinita e le innumerevoli possibilità della condizione autistica. Mentre il 18 giugno si celebra l’orgoglio autistico (Autistic Pride Day), per la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo (2 aprile) si utilizza ancora il colore blu.