Disturbi dello spettro autistico, tra cui la sindrome di Asperger, sono di natura neurobiologica, caratterizzati da severe compromissioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale e dell'interazione sociale. Secondo stime internazionali (Kim et al. 2011; Centers for Disease Control and Prevention, 2012) almeno 1 persona su 100 rientra nello spettro autistico,
con forme e gravità diverse.
In Italia le persone nello spettro autistico sono ben 550.000 (molte di più della celiachia, della Sindrome di Down, della cecità e della sordità). Per l'impreparazione dei servizi si osserva un crollo numerico delle diagnosi dopo i 18 anni, mentre l’Autismo è una condizione che dura tutta la vita.
Secondo la ricerca della Fondazione Cesare Serono e del Censis, presentata l'8 febbraio 2012, in Italia la metà delle madri di persone con autismo ha dovuto lasciare il lavoro o
ridurlo. Per ottenere la diagnosi occorrono da 1 a 3 anni e oltre, il 30% degli adolescenti e adulti non riceve nessun intervento. Nel 20% dei casi le famiglie inseguono ipotesi di
trattamento inutili, dannose e spesso molto costose. L’assistenza rimane nella grande maggioranza dei casi un onere esclusivo della famiglia, con un impatto rilevante non solo sulla qualità della vita, ma anche sui progetti e le scelte a lungo termine. Il rischio è la perdita di autonomie e abilità faticosamente raggiunte, associato all'abuso di farmaci.